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  • La storia di Lorenzo




    Era il 12 settembre 2015. Eravamo stati al mare, a Genova faceva ancora caldo, poi tornati a casa abbiamo preparato la cena.
    Dopo cena ho sentito un peso allo stomaco, come se non avessi digerito e la necessità di mettermi al balcone perché avevo la sensazione di non riuscire a respirare bene. Mi sono reso conto che non era una cosa normale e ho detto al mio amico che volevo andare al pronto soccorso.
    Mi sono messo in macchina, guidando io, e sono arrivato al pronto soccorso, saranno state le 21:30. Ho detto cosa mi sentivo, mi hanno fatto l'ecografia ed era normale, un prelievo di sangue e mi hanno detto che aspettavano i risultati. Io intanto mi sentivo meglio e non vedevo l'ora di poter tornare a casa. Improvvisamente alle 23:30 circa ho iniziato a sudare, a non riuscire a respirare bene e sentire come un macigno sul mio petto. Ho chiamato l'infermiera che subito ha chiamato il medico che ha capito subito i segni di un infarto in atto. Il medico mi ha detto: "Sig. Lorenzo, Lei ha un infarto, resti calmo che ci pensiamo noi".
    Io oltre al dolore che stavo provando al petto ero attonito, non capivo più nulla. Io stavo avendo un infarto? Io che ero sempre stato bene, che ogni tre mesi donavo il sangue, che non avevo mai avuto problemi di ogni tipo, come era possibile? Alle 2 di notte ero in sala emodinamica, un altro giovane medico mi stava effettuando una coronarografia e attraverso questa mi istallava uno stent. Subito dopo il dolore al petto cessava. Stavo bene e ringraziavo tutti quelli che erano in quella sala e che si erano presi cura di me. Intanto erano arrivati in ospedale il mio amico e mio nipote che avevo avvisato con il cellulare ai primi sintomi del dolore.
    Ero in una camera di terapia intensiva in ospedale, era domenica e io avevo appena avuto un infarto. Avevo 60 anni ed ero andato in pensione da solo un mese al compimento dei 60 anni. Ero un funzionario di Polizia penitenziaria e in tanti anni di servizio ero sempre stato bene. Ero donatore di sangue. Non avevo mai avuto nulla. Non ho mai fumato né bevuto alcolici. Tutto bene tranne quel maledetto colesterolo a 250 che ogni volta che donavo il sangue i medici scrivevano attenzione alla dieta.
    L'unico fattore di rischio era l'aumento del colesterolo. Pesavo 85 kg. Sono uscito dall'ospedale il venerdì successivo, dopo 5 giorni dall'impianto dello stent. Stavo bene. Avevo solo tanta paura.
    La mia vita era cambiata da un momento all'altro, senza avvisi, senza nessun segno premonitore. Ogni sei mesi facevo una ecografia ed era andato sempre tutto bene. Dovevo assumere tante medicine che il mio corpo non conosceva. Le statine rallentavano il mio passo. I betabloccanti mi facevano sentire sempre stanchissimo. Mi ero ripromesso di fare tante cose da pensionato.
    Credevo di non poter fare più nulla. La mia cardiologa veniva tutte le settimane a visitarmi a casa, mi diceva che andava tutto bene, ma la mia depressione era davvero profonda. Non volevo restare solo in casa. I miei familiari si alternavano per farmi sempre compagnia. Poi a Gennaio 2016 sono entrato in un progetto di riabilitazione cardiologica e da quel giorno piano piano, la mia vita ha iniziato a risollevarsi. Per alcuni mesi ho fatto solo cyclette, poi sono passato a fare camminate a passo veloce nei giardini, sempre sotto il controllo di medici. Adesso sono passati 4 anni da quel brutto giorno. Ho seguito alla lettera la dieta che mi hanno dato, adesso peso 72 kg. I valori del colesterolo sono scesi parecchio. Mi concedo qualche volta un pasto più abbondante. Ho ripreso a scrivere.
    Ho pubblicato il mio primo romanzo, che avevo in mente già da molti anni.
    Ho iniziato una nuova attività di insegnante presso un istituto di formazione di Genova e insegno diritto ai ragazzi del 3 anno di scienze infermieristiche, insomma mi sto riprendendo la mia vita.
    Purtroppo la paura non mi è passata del tutto. La paura quando rimango da solo, anche se cerco di dominarla, è rimasta, ma la supero. Guido l'automobile da solo. Continuo la riabilitazione cardiologica tre volte la settimana con una camminata veloce. Spero di vivere ancora per molti anni anche se devo convivere con le sette pastiglie al giorno che prendo e continuo ogni sei mesi a fare analisi e controlli cardiologici. Un infarto cambia la vita perché è un dolore al petto e una sensazione di soffocamento molto brutto.
    Ma se in mano di bravi medici si può superare se preso in tempo. Io ho avuto un infarto che ha interessato una coronaria laterale, probabilmente se avesse interessato una coronaria principale non sarei qui a scrivere. Ma invito tutti a non sottovalutare il colesterolo. È stato l'unico fattore di rischio che avevo.


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